PERCHÉ MEMENTO?
Il podcast che esplora la storia dimenticata e il dovere di ricordare per lottare contro la discriminazione e l'indifferenza
Sono Alice, tecnico del suono, e il 2020 ha segnato l'inizio della mia avventura da imprenditrice. Ho scelto di offrire i miei servizi di ingegneria del suono sotto il nome "Les Belles Fréquences" , offrendo così le mie competenze per una varietà di progetti audio, siano essi podcast, produzioni radiofoniche, audiovisive o musicali.
Oltre al mio lavoro professionale, ho anche una passione per la creazione di suoni personali. È così che ho dato vita a Memento, una raccolta sonora in cui condivido le mie creazioni sulla storia dimenticata, sul dovere di ricordare per combattere la discriminazione e l'indifferenza.
Nella nostra società contemporanea, siamo costantemente confrontati con le conseguenze dell’oblio e dell’indifferenza. Gli eventi tragici del passato continuano a incidere sul nostro presente, ma troppo spesso siamo tentati di relegarli nella pattumiera della storia. La storia però ci insegna che i fantasmi del passato non scompaiono così facilmente. Continuano a perseguitare le nostre società, riapparendo in nuove forme e alimentando le ingiustizie e i pregiudizi che persistono.
Memento si fonda su tre pilastri fondamentali: la tolleranza, il dovere di ricordare e la lotta all'indifferenza.
La tolleranza, nella sua forma più profonda, si manifesta come accettazione integrale delle differenze che caratterizzano ciascun individuo, siano esse culturali, religiose, linguistiche o ideologiche. Ciò implica astenersi dal criticare i pensieri, gli atteggiamenti e i comportamenti degli altri, promuovendo così un approccio premuroso e rispettoso. Tolleranza non significa accettare ciecamente qualsiasi comportamento o ideologia, ma fare scelte informate su ciò che è moralmente ed eticamente accettabile. È attraverso il riconoscimento e l’apprezzamento della diversità che possiamo procedere verso una convivenza più armoniosa.
Mostrare tolleranza, rifiutare discorsi che incitano all’odio, al razzismo, all’antisemitismo, impedisce direttamente il ripetersi della storia e garantisce così un futuro migliore, una convivenza pacifica tra le comunità e quindi una società più pacifica. Perché sì, la storia ci ha mostrato fin dove può portare l’odio, fin dove può arrivare l’intolleranza di fronte alla differenza.
Mostrare tolleranza, non accettare discorsi che incitano all’odio, al razzismo, all’antisemitismo impedisce direttamente che la storia si ripeta e quindi garantisce un futuro migliore, una convivenza pacifica tra le comunità e quindi una società più pacifica.
Perché sì, la storia ci ha mostrato fin dove può arrivare l’odio, quanto lontano può portare l’intolleranza di fronte alla differenza. I genocidi sono senza dubbio esempi estremi, ma tendono ancora a perdere il loro carattere di eccezionalità man mano che diventano sempre più frequenti, prova anche di intolleranza politica, etnica e religiosa. Il dominio coloniale, giustificato da un senso di superiorità culturale e razziale, ha portato all’oppressione, allo sfruttamento e alla disumanizzazione di molte popolazioni in tutto il mondo.
Perché è importante non dimenticare? Perché dobbiamo preservare e arricchire la memoria collettiva degli eventi passati, dare voce a coloro che sono stati dimenticati, insegnare e trasmettere i periodi storici più importanti ma anche quelli meno conosciuti?
Il dovere di ricordare è un principio fondamentale che implica la responsabilità collettiva di ricordare e commemorare eventi passati, in particolare quelli segnati da tragedie e ingiustizie, al fine di imparare da essi ed evitare che si ripetano.
Il terzo pilastro di Memento è la lotta all’indifferenza.
Sì, è fondamentale non dimenticare il passato per non ripetere gli errori e le atrocità del passato, ma è altrettanto fondamentale non perdere di vista il privilegio di cui godiamo. Viviamo in una regione dove i diritti umani sono ampiamente rispettati e la pace è relativamente stabile. Questa consapevolezza dovrebbe incoraggiarci a non dimenticare che molte popolazioni nel mondo continuano a subire persecuzioni, violenze, conflitti e guerre. Le lotte per l’identità, la sicurezza e i diritti fondamentali delle popolazioni vulnerabili devono essere riconosciute e sostenute. Come cittadini, è nostro dovere coinvolgere e far sentire la voce di coloro che sono in difficoltà, prestando particolare attenzione ai loro bisogni e fornendo sostegno laddove necessario. Secondo me questa è la lotta contro l’indifferenza.
L’indifferenza crea un ambiente in cui gli abusi possono continuare impunemente, senza domande o interventi. È una passività che consente agli autori di crimini di agire senza timore delle conseguenze.
Come si passa dall’indignazione all’indifferenza ?
Quando immagini e storie di sofferenza vengono trasmesse continuamente, ciò può causare saturazione emotiva e desensibilizzazione tra gli spettatori. Le emozioni iniziali di indignazione possono attenuarsi, lasciando il posto a un sentimento di impotenza o apatia. Quando le tragedie umane vengono ridotte a numeri, la gravità della situazione diventa più astratta. Ciò crea distanza emotiva, rendendo difficile il collegamento con le singole vittime. I conflitti protratti, spesso banalizzati dai media, possono normalizzarsi nella percezione pubblica quando vengono riportati solo attraverso semplici fatti.
I media hanno quindi un ruolo da svolgere: scegliendo come presentare i fatti – umanizzando le vittime o concentrandosi su aspetti sensazionalistici – possono incoraggiare la compassione o rafforzare l’indifferenza.
La lotta contro l’indifferenza è la battaglia del nostro tempo, una battaglia quotidiana per il riconoscimento della dignità umana e l’affermazione dei nostri valori comuni. È un invito all’azione, a rifiutare il silenzio complice e ad abbracciare la solidarietà e la compassione. Rifiutando di distogliere lo sguardo dall’ingiustizia e dall’oppressione, ci alziamo come difensori della giustizia e dell’uguaglianza. È ascoltando attentamente le voci emarginate, testimoniando con empatia le loro lotte e agendo con determinazione per la loro causa che diventiamo artefici di un mondo più giusto e inclusivo.
Realizzando la nostra storia condivisa e riconoscendo la diversità di esperienze e prospettive, possiamo costruire un futuro più tollerante.